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ApsarasNord India - Arenaria - Alta cm.53 - X-XII Sec.
La civiltà indiana, il cui pensiero religioso ha sempre mirato al distacco, in particolare dalle passioni, ha attribuito tuttavia un valore insostituibile al corpo ai sensi. Questa attenzione costituisce uno dei grandi paradossi della tradizione indiana. Già a partire dall’epoca in cui furono redatti i Veda, il corpo ebbe un ruolo centrale nelle speculazioni filosofiche poiché concepito come un microcosmo in analogia perfetta con il macrocosmo, naturale e divino[(1). Vi è dunque identità, ad esempio, fra la bellezza e la sinuosità del corpo femminile, e alcune meraviglie della natura, quali alberi, fiumi, montagne, che iniziarono ad essere rappresentate sottoforma di immagini antropomorfe. La sensualità che permea sculture come questa le rende particolarmente interessanti e suggestive; in esse vi è incarnato l’ideale indiano della bellezza femminile. Infatti, queste figure, forse ninfe celesti, vengono rappresentate con movenze sensuali ed aggraziate, occhi allungati, labbra carnose, seno prosperoso, vita sottile, ventre leggermente prominente, cosce piene, braccia ben tornite apparentemente prive di ossatura e dalle carni morbide e sinuose. Queste caratteristiche sono evidenziate ed abbellite da collane e ghirlande che seguono armoniosamente i volumi dei corpi, vesti aderenti e impalpabili, orecchini che mostrano la grazia di piccole orecchie, acconciature elaborate che lasciano scoperta la loro fronte. Tuttavia, l’ideale di bellezza mondana qui raffigurato rappresenta in analogia quello puramente spirituale. Questa immagine femminile è colta in una postura delle anche e della vita chiamata tribhanga, derivante dai movimenti tipici della danza indiana, da cui l’arte trasse sempre ispirazione. Il volto della giovane donna è rivolto verso sinistra, accompagnato da un voluttuoso sguardo e da un sorriso ammiccante, appena accennato. Sulla spalla destra della figura è visibile una giara decorata che mostra la lavorazione di vasellame come questo prodotto all’epoca. Il busto e il volto tendono alla stilizzazione e la rigidità degli ornati lasciano trasparire gli elementi caratteristici dell'epoca medioevale. [(1) Giuliano Boccali, Sensualità e distacco nella cultura indiana/ Sensuousness and detachment in Indian Culture, in Renzo Freschi (a cura di), Sculture dell’India/ Sculptures from India, Catalogo n. 18, Milano 2002, p. 5.
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